Progetto per un Parco Storico e Naturalistico
L’A.S.Be.Cu.So. (Associazione Salvaguardia Beni Culturali Solofra) da anni si batte per la valorizzazione dei ruderi dell’antico Castello longobardo che sorge sulla collina ai piedi del Monte Pergola – San Marco, attraverso petizioni popolari e campagne di sensibilizzazione volte a portare alla conoscenza dei cittadini l’alta valenza culturale dell’edificio militare in rovina e la sua millenaria storia.
Da ben sei anni (era il Febbraio 2013) l’Associazione ha reso pubblico il progetto preliminare per la tutela del Castello di Solofra e del parco circostante, supportata dalla prestigiosa figura del Presidente e cittadino onorario GLENN COOPER, scrittore ed archeologo statunitense che dal 2009 ha sposato questa ambiziosa Causa. Ad oggi ancora nessun tavolo istituzionale tra le parti è giunto a compiere il primo passo verso la risoluzione del problema. In virtù di tutto questo, l’A.S.Be.Cu.So., in collaborazione con le altre realtà del territorio ed attraverso la voce dei giovani, richiama l’attenzione sul tema e rilancia la sua idea/Progetto.
L’esperienza maturata sul campo dai membri dell’Associazione ha permesso alla stessa di promulgare e proporre un progetto innovativo e lungimirante per la creazione di un vero e proprio Parco storico e naturalistico del Castello, per allargare la mission di conservazione e valorizzazione dei ruderi anche all’intera area interessata dalla testimonianza storica e dai molti resti murari, per un’estensione totale di 20.000 mq.
Dal progetto preliminare, redatto dall’allora laureando in architettura LUCA PENNA, già membro dell’A.S.Be.Cu.So., è chiara la volontà di giungere ad un abbraccio protettivo della collina nella ricchezza della flora e della fauna presente, ponendo al centro di quest’azione di tutela gli antichi ruderi che la dominano.
“Il nostro intento come Associazione”, spiega lo stesso PENNA; “è quello di arrivare, assieme ai cittadini ed alle Associazioni di Solofra, ad una visione comune in merito alla valorizzazione dell’area del Parco del Castello, per restituire alla pubblica fruizione un luogo che oggi risulta essere difficilmente accessibile perché degradato. E’ questo il motivo per cui il progetto vuole definire uno scenario senza porre vincoli di sorta. L’idea è quella di avere un luogo dove il rumore della modernità lasci spazio al silenzio della natura e dei ruderi”.
Le fasi del progetto sono diverse: dalla recinzione della corte del Castello alla messa in sicurezza dei ruderi tramite puntellamento; dalla recinzione dell’intera area del futuro Parco e dalla pulizia generale tramite l’eliminazione della vegetazione infestante al rilievo metrico di quote e resti murari e al censimento dettagliato di tutte le essenze; dalla preparazione di un dettagliato stato di fattoallo sgombero del materiale crollato col conseguente inizio degli scavi archeologici; dalla redazione del progetto di restauro e del progetto definitivo del Parco storico/naturalisticoall’attuazione pratica di tali progetti, all’attivazione dei Servizi legati al Parco e all’apertura al pubblico
“Per rendere tangibile la nostra idea di Parco”, sottolinea NICOLÒ DE ANGELIS, giovane consigliere dell’A.S.Be.Cu.So.; “c’è bisogno di una completa sinergia tra il privato ed il pubblico, affinché si creino le condizioni necessarie per l’azione concreta dei portatori di interesse, perché la tutela del patrimonio non può e non deve essere una questione legata solo agli enti statali. Il nostro impegno si esprime nella conservazione del presente in base alla conoscenza del passato per giungere ad un obiettivo sostenibile proiettato al futuro delle nuove generazioni”.
Per giungere a realizzare obiettivi così impegnativi ed articolati l’Associazione auspica ad una stretta e fattiva collaborazione con l’amministrazione comunale di Solofra, con le Associazioni del territorio ed all’intesa con i privati che detengono l’area interessata. Si punterà, infatti, a giungere ad un incontro corale con tutti i protagonisti del territorio solofrano, per rendere condiviso e partecipato il Progetto che abbiamo in mente. Diverse sono state le iniziative, dalle riuscitissime “Invasioni Digitali” tenutesi nel 2013 dove attraverso una visita guidata all’area, l’Associazione ha permesso ai cittadini di Solofra di conoscere meglio e più da vicino la bellezza del Parco, fino al “Monuments Men Weekend” tenutosi nel Giugno del 2014, evento che per la prima volta nella storia del feudo, ha acceso letteralmente i riflettori sui ruderi e sulla questione del recupero dell’antico fabbricato.
“Quello del Parco storico e naturalistico può rappresentare un reale intervento che restituirebbe dopo secoli l’area Castello a Solofra”, ribadisce l’attuale Presidente dell’A.S.Be.Cu.So., ALESSANDRO DE STEFANO, che da anni si è dedicato alla problematica conducendo ricerche storiche per ricostruire fatti e vicende legate al Castello; “Pensiamoci bene. Un Parco pubblico regolamentato e reso fruibile porterebbe ad un risultato storico per il nostro territorio. Mai, durante tutta la sua storia, il Castello è appartenuto ai cittadini. L’unica parentesi apparentemente positiva ci fu nel 1810, quando l’Universitas fece causa agli Orsini per illegittima appropriazione del fondo Castello. Causa che vinse ma che non riuscì a far valere nella pratica. Il resto è storia recente. Questa che stiamo portando avanti come Associazione è una dura lotta per la verace e appassionata salvaguardia di un bene culturale che va scomparendo di anno in anno”.
“E’ vero che nel preliminare di PUC (Piano Urbanistico Comunale), approvato dalla Giunta comunale, tra i PUNTI DELLA PROGETTAZIONE QUALIFICANTI ritroviamo la Riqualificazione e creazione dell’area naturalistica-culturale Castello, del Parco storico-naturalistico e che tra gli elaborati esistono riferimenti al lavoro che da anni questa associazione ha messo in atto, ma è anche vero che siamo ancora lontani dalla definitiva approvazione del definitivo PUC“, sottolinea l’architetto VINCENZO DE MAIO, collaboratore in merito all’idea progetto; “Siamo speranzosi, dobbiamo esserlo, anche se i tempi annunciati vengono constamene disattesi e a fasi alterne registriamo che purtroppo il nostro lavoro, così come quello di altre associazioni attive sul territorio e riguardanti altre aree significative della città, viene utilizzato periodicamente solo come spot trasformando il tutto in una banale rincorsa al merito e che sposta in secondo piano il concreto raggiungimento degli obiettivi. Ad ogni modo, l’eventuale approvazione del PUC non coincide con la riqualificazione, non coincide con la soluzione definitiva. Il PUC è uno strumento di pianificazione, uno strumento che indica e definisce la guida allo sviluppo di un territorio.
“L’idea che portiamo avanti“, afferma MICHELE DE STEFANO, curatore della classificazione delle essenze presenti nel Parco; “non si ferma solo al recupero del rudere del castello, ma anche e soprattutto alla valorizzazione dell’area circostante, tramite la disposizione di diverse aree di fruizione. Si punterebbe alla valorizzazione e conservazione dei verdi angoli di natura mediterranea che il luogo offre, la creazione di sentieri, aree picnic, nonché settori dedicati alla salvaguardia e alreinserimento di viti e ulivi, colture tipiche dell’antica vocazione agricola dei terrazzi circostanti il maniero.Ci sarebbe inoltre la possibilità di ospitare eventi culturali, eno-gastronomici e musicali, attività di
birdwatching e non ultima quella di pensare al recupero dei locali risultanti dal restauro del rudere per eventuali progetti museali, sulla base dei prevedibili scavi archeologici. Nelle particelle catastali interessate, inoltre, vi è un’area adatta ad assumere in pieno la destinazione d’uso di parcheggio“.Per concretizzare quanto previsto dal piano occorrono le azioni! Per il Castello, queste azioni, possono essere messe in atto concretamente o con l’investimento di capitali privati o con l’acquisizione da parte del comune dell’intera area in modo da poter intervenire mediante l’utilizzo di finanziamenti europei. Tale iniziativa poteva e può essere intrapresa ancora anche indipendentemente dall’approvazione del PUC“.