Pubblicato lo scorso ottobre per Tau Editrice, L’influencer di Dio è il primo romanzo del nostro concittadino Rocco De Stefano.
Nell’era dei social e dello storytelling sfrenato, anche Dio ha bisogno di un influencer per raggiungere nuovi fedeli?
È questa la scintilla da cui prende le mosse la storia che si snoda tra le pagine de L’influencer di Dio. Leggendo il primo romanzo di Rocco De Stefano vi sembrerà di essere su una montagna russa, una di quelle in cui si alternano momenti di profonda commozione ad attimi di risate sincere e genuine. Una storia in cui sacro (Dio) e profano (i social) si mescolano alla perfezione, dando vita ad una narrazione scorrevole, inedita e particolarmente piacevole.
A pochi giorni dalla presentazione in terra solofrana de L’influencer di Dio, che avrà luogo sabato 25 novembre nell’inedita cornice della chiesa di Santa Maria di Costantinopoli e dei XII Apostoli, abbiamo avuto il piacere di fare quattro chiacchiere con Rocco De Stefano che ci ha raccontato qualcosa in più di sé e della genesi del suo primo romanzo.
Ciao Rocco! Innanzitutto, come stai e com’è tornare nella città che ti ha dato i natali per presentare il tuo libro? Come sei stato accolto dai tuoi concittadini?
Ciao ragazzi! È veramente un piacere e un onore poter presentare il mio libro a Solofra e a Sant’Agata – luogo in cui sono praticamente nato e cresciuto – perché per me significa portare ad amici e parenti quanto di bello ho ricevuto in questi anni fuori. L’accoglienza della notizia del libro è stata davvero calorosa e ne sono felice, perché quando uno si lancia in un’avventura simile ha bisogno di supporto, e posso dire che ne ho davvero tanto. Ho percepito questa notizia come una bella novità per le persone e io ne sono felice. Ora è tutto avvenuto online e tramite messaggi, tra poco finalmente dal vivo.
Lo scorso 30 ottobre è uscito “L’influencer di Dio”, il tuo primo romanzo pubblicato per Tau Editrice. Chi meglio di te può parlarci meglio di questa storia e soprattutto della genesi di questo romanzo. A te la parola!
Avevo un messaggio da dare e, in modo sorprendente, ha preso la forma di un romanzo. Di solito scrivo canzoni, racconti e poesie, questa è la prima volta che mi cimento in una scrittura un po’ più estesa e complessa. Avevo questa idea che mi girava per la testa e ogni tanto bussava alla mia porta, ma l’ho sempre messa da parte, complice la pigrizia. Poi una mia amica ha pubblicato un romanzo e lì è scoppiata la scintilla perché mi sono detto: forse posso farlo anche io. Allora mi sono impegnato, ho dedicato tempo a questo progetto, scrivendo almeno 25 minuti al giorno, ma tante volte ci rimanevo per ore. La mia amica è stata importante perché le mandavo le prime stesure e lei mi dava dei feedback preziosi che mi hanno dato l’energia di portare a termine questa fantastica avventura. Ho scritto da gennaio a maggio, poi ho trovato la casa editrice e oggi il libro è in giro per l’Italia: è successo tutto velocemente.
Molto spesso gli scrittori inseriscono all’interno dei propri romanzi pezzi di sé e delle proprie esperienze di vita. Nel tuo caso il protagonista de “L’influencer di Dio”, Fabio, è un copywriter, proprio come te. Quanto della tua storia personale c’è nel personaggio di Fabio o, in generale, in questo romanzo?
L’altro giorno un’amica che sta leggendo il libro mi ha detto che ci vede un po’ di me in quasi tutti i personaggi. Questa cosa mi ha aperto un mondo perché devo dire che è proprio così. Ci sono percentuali di me un po’ in tutti. Un’altra persona dopo aver letto il libro mi ha detto che Fabio (il protagonista) è un po’ in tutti e tutti siamo un po’ Fabio, e sono contento di questo, perché vuol dire che il personaggio è riuscito a toccare delle corde profonde che sono nell’essere umano, le corde che ci accomunano. Comunque, la percentuale della mia vita in questo libro è alta: dall’esperienza esistenziale a quella spirituale. Posso definirlo un condensato, forse una metafora di alcune cose che ho vissuto. In definitiva sì, c’è molto di me.
Ed ora vorrei farti una domanda un po’ particolare. Ti andrebbe di consigliare ai tuoi lettori solofrani un luogo, ovviamente della nostra cittadina, dove rifugiarsi per immergersi nella lettura del tuo romanzo?
Bella domanda, non me l’aspettavo. Non so perché, mi viene in mente la Madonna della Neve, allora diamo per buona questa risposta. Anche se, viste le temperature un po’ basse, vanno bene tutte le case di Solofra e Sant’Agata, magari davanti a un bel camino acceso. Potrebbe essere una bella soluzione.
Dopo questa tua prima esperienza letteraria, quali sono le tue sensazioni in merito? È sicuramente prematuro, ma pensi che continuerai su questa strada? Magari con un secondo romanzo…
Le mie sensazioni vanno dallo stupore alla sorpresa, fino alla felicità. Quando ricevo i messaggi delle persone che mi raccontano le emozioni che hanno provato durante la lettura per me è un momento speciale, mi sento onorato. Molti mi hanno ringraziato per aver scritto questo libro, ed è un feedback davvero bello e prezioso per me, che va oltre il “mi è piaciuto/non mi è piaciuto”. Vorrei che questi giorni di novità non finissero, sono veramente felice di tutto questo affetto. Riguardo alla seconda domanda ti posso dire che ho già scritto una sessantina di pagine di un nuovo romanzo. Mi sono un po’ fermato perché preso dalla pubblicazione di questo libro, ma penso proprio di rimettermici presto. Sarà una storia completamente diversa da questa, quindi sono curioso e timoroso di sapere come potrà essere accolto. Comunque mi piacerebbe davvero molto continuare a scrivere, spero vivamente di poterci riuscire. Grazie per queste belle domande, a presto!